Daniele Maria Giani

Materia Liberata                                                                                           

Esplosioni in Peltro di Daniele Giani

Le opere di Giani sono il frutto di un processo naturale, parzialmente controllate dalla mano dell’artista. Le esplosioni del peltro esprimono tutta la bellezza della natura. La natura che agisce guidata da logiche di proporzione matematica. Giani più che assecondare questo processo, ne fa parte, vi si identifica. I gesti rapidi e precisi, che dirigono la formazione spaziale della nuova materia, ricordano il movimento della bacchetta del direttore d’orchestra, il suo singolare fluttuare.  

Come riesce a modulare le note in uscita dalle canne degli organi di sua creazione, così Giani detta i tempi, gli spazi e gli intervalli generati dall’esplosine materica dell’incontro degli elementi.

Nell’orchestra i musicisti sono i materiali che generano nuovi modi di essere sé stessi; Il direttore Giani ne è sopraffatto, coinvolto ed assimilato.  

Nelle opere è la materia che si trasforma si ricrea sotto nuove vesti, si compone e rinnova dando spettacolo. A noi attoniti spettatori si impone solo la domanda:” chi ne è il creatore?”

Ecco, all’improvviso riusciamo a intuire! Tutta la tradizione ed il fascino della molibdomanzia.

In tutte le sue forme, soprattutto quelle ancestrali, questa pratica mistica, prevede il futuro in quanto segue le leggi naturali, le sa interpretare e ne trae conclusioni. In questa ottica interpretativa, la bellezza svolge un ruolo fondamentale. Bellezza naturale, selvaggia ed elegante, precisa e composta, sempre sorprendente.

Ammirando le opere di Giani forse non riusciremo a predire il futuro, ma sicuramente ci faremo sedurre dalla forza e dalla bellezza della natura.



Biografia



Daniele Maria Giani, Corte de’ Frati

 

 

Daniele Maria Giani lavora; proviene da una ormai lunga esperienza artistica che vede le sue mani impegnate a plasmare con metodi arcaici i vari materiali necessari alla costruzione di organi a canne.

 

I decenni trascorsi in officina e in cantoria lo hanno visto impegnato nella realizzazione di oltre cento restauri fra i quali spiccano il preziosissimo organo del 1797 di Roncole Verdi (organo di Giuseppe Verdi), l’organo facchetti Lanzi del 15…. Della Basilica di San Sisto a Piacenza, i grandiosi organi della Basilica di Santa Maria di campagna in Piacenza, della parrocchiale di Castiglione d’Adda e della Basilica di San Marco in Milano. L’ossessiva ricerca delle antiche tecniche di costruzione e il loro profondo apprendimento lo hanno portato ad essere oggi riconosciuto fra i massimi esperti nella costruzione in replica filologica di antichi strumenti musicali. Fra le ormai numerose realizzazioni si possono visitare gli organi della Basilica di Sant’Antonino a Piacenza, Del Duomo di Casalmaggiore, della collegiata Insigne di San Nazaro in Brescia, e la particolarissima ricostruzione dell’organo Antegnati 1585 nel Monastero di San Pietro in Lamosa.

 

I risultati della sua attività sono stati notati dallo Stato della Città del Vaticano dove nel 2006 è stato convocato per ricevere l’incarico  per la realizzazione di un nuovo organo per il Palazzo del Governatorato e inaugurato l’anno successivo con la Benedizione Apostolica di Sua Santità Benedetto XVI. Il successo della realizzazione dello strumento gli è valso l’onorificenza a Cavaliere dell’Ordine di San Gregorio Magno e la successiva assegnazione dei restauri dei tre organi antichi della Basilica di San Pietro, della Cappella Paolina e della chiesa di Sant’Anna. Anche lo Stato italiano ha già riconosciuto a Daniele il suo impegno e i risultati raggiunti nella sua arte con la nomina a Cavaliere dell’Ordine dell’Onore al Merito della Repubblica Italiana.



Esposizioni



Dopo decenni trascorsi a sottomettere la materia con una lavorazione micrometrica per la creazione del suono delle canne d’organo, oggi la lascio libera di esprimersi in quanto tale. Materia che rappresenta se stessa, che non viene lavorata per raffigurare altro o produrre suoni ma che si esprime nel conflitto naturale con l’aria e l’acqua per poi presentarsi nuda. L’idea primigenia della forma si esprime nel gesto dell’artista che induce la reazione ma che assiste inerme all’evento nel momento in cui avviene lo scontro fra gli elementi.

 

 

Vivere la materia piuttosto che i materiali, un dialogo diretto anzi, un’osservazione, un ascoltare, un osservare, un assistere all’evento.

Provocare l’incontro-scontro fra il metallo fuso e gli elementi esterni, tentare di governarlo ma rimanendo in contatto con l’evento, sentendone il suono e le vibrazioni con l’illusione di poter essere attore ma sapendo che dopo l’impulso germinale non e’ piu’ possibile intervenire .

Diversamente per la preparazione della fusione in bronzo dove il modello in cera viene costretto nello stampo in argilla e il il successivo metallo fuso si comprime e viene obbligato nella forma creata dall’artista, in questo caso il metallo viene liberato nello spazio.

Dalla forma costretta dei lingotti viene riportato al primitivo stato liquido e lasciato libero di combattere di nuovo la battaglia gia’ vissuta con l’aria e l’acqua durante i cataclismi della genesi del pianeta.



OPERE









in collaborazione con morandi tappeti